giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale

ho nostalgia di gente povera e vera che si batteva
per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.

s’intende che rimpiango

la rivoluzione pura e diretta della gente oppressa

con il solo scopo di farsi libera e padrona di se stessa

(Pasolini)

giovedì 17 dicembre 2009

Enrico, ci manchi... oggi più di ieri







L'ultimo Comizio... Parole attuali ancora oggi.

venerdì 11 dicembre 2009

mercoledì 9 dicembre 2009

Salvatore Borsellino - Grande discorso al No B day

Non c'è bisogno di commentare, mi limito solo a consigliare un ascolto fino alla fine di questo pezzo di nuovo Risorgimento italiano.

domenica 27 settembre 2009

Il fatto quotidiano



Per la serie "La libertà non ha prezzo" dal 23 settembre 2009 è nato un nuovo quotidiano.
Una voce libera, fuori dal coro e libera dai condizionamenti del potere:
"Il fatto quotidiano"
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578
Lunga vita alla "sporca dozzina".

lunedì 3 agosto 2009

Tra poco torno...

Tra poco ritorno su questo blog, sento che mi sta ritornando anche l'ispirazione.
Forse è l'estate, forse la misura si sta ricolmando e l'indignazione trabocca, chissà...
Una cosa è certa: comincio di nuovo ad averne le tasche piene!!!

domenica 1 marzo 2009

Diritto di sciopero.

Ora siamo a questo. Si cerca di cancellare il diritto di sciopero per i lavoratori.
Poi cos'altro faranno?
Non ho parole, ma quel che è grave che non esiste un'opposizione (in parlamento) degna di questo nome...
Qualche tempo fa avrei fatto tanti ragionamenti, forse anche giuridici, sull'argomento.
Oggi comincio ad incazzarmi davvero e non mi va nemmeno di discutere.
Faccio rispettosamente notare solo una cosa. Quando era la lega nord con i produttori di latte che bloccavano l'autostrada andava bene, anzi benissimo, tant'è che nel penultimo Governo del sig. Berlusconi, il reato collegato al blocco di strade e autostrade venne persino depenalizzato.
Ma abbiamo la memoria corta, purtroppo, anzi siamo ormai decerebrati da anni di televisione-spazzatura che trasmette varie stronzate per tutti i gusti...
Viva l'Italia.

sabato 21 febbraio 2009

Lo stato di diritto

Ieri sera, mentre veniva approvato il DL sulle ronde, il Vaticano "osservava" che era morto lo Stato di diritto...
Io, invece, avevo già datato la morte definitiva qualche mese fa.
Precisamente quando veniva approvato il cd. "Lodo Alfano" quello che mette al sicuro dalla giustizia che colpisce i comuni mortali le famose quattro cariche più importanti dello Stato.
Unacosa davvero indecente, passata quasi sotto silenzio o, comunque, non contrastata nel modo giusto dalle opposizioni.
Oggi, senza opposizione, se non la voce -a volte inconcludente- della IDV, che io considero una formazione raffazzonata con all'interno delle brave persone ma anche alcuni strani individui per non dire altro, la maggioranza e il suo capo rischiano di sgovernare il Belpaese e di mettere sotto i piedi secoli di civiltà, fino alla dichiarazione dei diritti dell'uomo.
Ma tant'è, al popolo basta Sanremo, il GF ed altre amenità del genere...
Che mondaccio... e pensare che 40 anni fa dovevamo cambiare il mondo e realizzare una società più giusta.
Che amarezza!

Aggiornamento delle 18.07 dal Corriere.it.
Il portavoce del Vaticano ha detto che l'opinione di mons. Marchetto (il quale ieri aveva detto che lo stato di diritto aveva abdicato) non rappresenta la posizione ufficiale del Vaticano che non vuole entrare nel merito...

Che amarezza 2 !!!

lunedì 9 febbraio 2009

Giù le mani dalla Costituzione

La libertà non ha prezzo.
E così in questi giorni dove il vento sembra ricominciare a fischiare in modo tetro, ricordando altri inverni, bisogna riprendere la parola per difendere la nostra Costituzione Repubblicana e antifascista.
Non mi piace per nulla, ma proprio per nulla che dopo dichiarazioni ignoranti e conflitti istituzionali sempre più forti, non succeda quasi nulla e pochi si indignino.
Spero che sia solo una mia sensazione, ma stanno per arrivare momenti terribili.
Per quanto mi riguarda, non svenderò nè la mia dignità, né la storia familiare.
Resisteremo a difesa della democrazia e non saremo pochi.
La libertà non ha prezzo.

domenica 1 febbraio 2009

Facebook, il bene e il male...

Mi ero iscritto su Facebook, invitato da un amico, nel mese di giugno 2008, spinto anche dalla mia innata curiosità per i fenomeni sociali nuovi ed inaspettati.
Poi dopo qualche mese di scarsa "attività" il fenomeno ha raggiunto proporzioni così grandi che ho visto gran parte dei miei amici e conoscenti affollare la rete con i loro profili in Facebook, richieste di amicizie nuove, partecipazioni a gruppi, anche i più strampalati.
Però, da quando si è arrivati ai gruppi di appoggio a personaggi criminali, oppure a comportamenti razzisti, nazisti e fascisti, credo che non sia più possibile tollerare il comportamento dei responsabili di Facebook che lasciano tranquillamente il proliferare di queste idee sciagurate.
Mi si potrebbe dire: ma questa è la realtà, è la società. Questi comportamenti, queste idee, queste persone sono reali e sono presenti nella nostra realtà quotidiana, quindi perché fare finta che non esistono?
Non sono d'accordo, penso che chi ha la responsabilità di "governare" certi spazi, anche virtuali, debba porre rimedio, essere vigile e mettere dei limiti alle offese all'umanità che generano queste idee malsane.
Il confine tra il bene e il male non è sempre facile da individuare e nell'uomo, nello stesso uomo, vi sono entrambi: il bene e il male. Si tratta di fare delle scelte, tutti noi facciamo sempre delle scelte ed anche chi ha la responsabilità di Facebook e di altri siti che sono messi a disposizione della gente per comunicare deve scegliere cosa vuole perseguire se il bene o il male.
Sono stati bravi nell'aver messo a disposizione questi strumenti potenti di socializzazione, quanto altrettanto potenti nella diffusione di idee malsane, ma sono ora poco attenti nella gestione degli stessi strumenti, che rischiano di provocare danni sociali non indifferenti.
Io non ci sto, sono venuto via da Facebook e tu?

lunedì 5 gennaio 2009

A proposito di democrazia e scuola.

Ecco cosa scriveva Piero Calamandrei nel 1950......

«Facciamo l’ipotesi» di Piero Calamandrei
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
(in Scuola Democratica, 20 marzo 1950)