lunedì 30 luglio 2007

Autocitazione doverosa

Mi dispiace, questa è un'autocitazione (ma cos'è in fondo un blog ?) e sarà anche dura da leggere tutta.
Però i cittadini devono sapere, devono capire che quando si parla di fannulloni tra i pubblici dipendenti, quando si parla di sfascio nella pubblica amministrazione ci sono anche verità scomode che nessuno dice (nemmeno il prof. Ichino, che fa tanto il moralista, guarda un po'...).
Ripristiniamo il merito professionale e poi ne riparliamo.
P.S. guardate la data dell'articolo (1997), dopo dieci anni le cose sono diventate drammatiche...


Riforma della pubblica amministrazione e primato della politica.
In questi ultimi tempi, si sta facendo sempre più frenetica l’attività del legislatore al fine di riformare la pubblica amministrazione.
Qualcuno ha parlato di alluvione legislativa, qualcun altro ha parlato di Babele delle leggi. E così assistiamo a modifiche di modifiche di leggi appena sfornate con provvedimenti bis, ter, quater e via numerando.
Quando è iniziato il diluvio ? Se riflettiamo un attimo con la mente scevra da condizionamenti, ci si rende conto che i problemi sono iniziati proprio quando ci si proponeva di risolvere gli stessi problemi che, però, prima di questa azione pervicacemente autodistruttiva, erano di molto meno gravi.
Per circoscrivere il tema agli enti locali, il legislatore del 1990 aveva emanato una nuova legge sulle autonomie locali e sul procedimento amministrativo (la legge 142 e la legge 241) che, per prime, dopo diversi anni avevano codificato un sistema di separazione dei poteri tra programmazione, indirizzo e gestione; tale sistema, se perseguito coerentemente, avrebbe portato certamente al miglioramento continuo dell’attività amministrativa, istituendo un circolo virtuoso di responsabilità-professionalità dei pubblici funzionari.
Non è dato di sapere se il legislatore degli anni '90 lo abbia fatto con questa intenzione poiché alla separazione dei ruoli avrebbe dovuto conseguire anche il risultato della riduzione delle responsabilità (penali, civili ed amministrative) in capo ai politici del tempo, lasciando loro solo responsabilità politiche sanzionabili solo dagli elettori con il loro voto. E’ certo, però, che da quel momento i funzionari pubblici degli enti locali per la prima volta avrebbero risposto direttamente e da soli del loro operato davanti ai giudici amministrativi, contabili, penali ed anche civili.
Ricordo ancora il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che in un convegno ebbe a dire che non ci sarebbe stato più "l’ombrello dei politici" (sic!) a tutelare i dipendenti.
Successivamente, il legislatore ha proceduto incoerentemente sulla strada della separazione dei poteri con provvedimenti a volte ambigui, a volte contraddittori.
I primi ad essere interessati da questa schizofrenica attività sono stati i segretari comunali, e spesso in questi ultimi tempi ci siamo chiesti del perché di tale accanimento contro una categoria che, peraltro, aveva sempre dato prove non solo di alta professionalità, ma anche di responsabilità e senso del dovere. In realtà il disegno riguarda, come vedremo tutta la pubblica amministrazione.
E siamo arrivati alla questione della dirigenza e, più precisamente, alla questione della nomina dei dirigenti.
Sull’argomento ci sono due scuole di pensiero.
La prima afferma che gli incarichi devono essere affidati con metodi concorsuali e criteri di professionalità che premiano i meriti dei migliori, salva la possibilità di revoca in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, previo l’utilizzo di neutrali sistemi di valutazione.
La seconda sostiene che gli incarichi di dirigenza sono affidati dagli organi politici sulla base dell’ intuitu personae, sono dunque di natura fiduciaria poiché l’organo politico elettivo ha un programma da rispettare che lo impegna verso i suoi elettori e la maggiore garanzia di realizzazione sarebbe offerta dal preporre agli incarichi di responsabilità persone di fiducia dell’eletto (da notare in argomento una considerazione che credo finora, nessuno abbia fatto, perché nominare intuitu personae il segretario comunale e privarlo poi da tutte le attività amministrative gestionali -salvo il caso della contestuale nomina a direttore generale- se è vero che la nomina fiduciaria si giustifica con la realizzazione del programma?).
La tesi della nomina fiduciaria, comunque, non ci sembra da condividere non tanto perché non possa funzionare o non sia un sistema realizzabile anche nel nostro paese (il prof. Stelio Valentini, in un recente convegno a Siena sui segretari comunali, ha ricordato che non bisogna mai dimenticare che nei paesi anglosassoni abitano, appunto, gli anglosassoni e non gli italiani).
Questo sistema potrebbe anche funzionare, però con una serie di modificazioni sostanziali.
Anzitutto, occorrerebbe rinunciare alla separazione dei ruoli tra politica e gestione che è inconciliabile con la nomina fiduciaria del dirigente da parte del politico (lo ha ricordato sempre il prof. S.Valentini). Credo che sia sotto gli occhi di tutti l’incongruenza madornale di un dirigente nominato fiduciariamente che poi non faccia di tutto per accontentare il suo amministratore politico anche nelle scelte gestionali, scelte magari non proprio tecnicamente ineccepibili.
E’ vero che il governo, tramite i suoi esponenti, ha sempre affermato che questo sistema fa affidamento sul senso di responsabilità degli organi politici, ma con questo vogliamo dimenticarci completamente il passato e la provenienza di certi uomini politici ?
La natura umana è debole, come sappiamo tutti, è per questo che occorre trovare delle garanzie che non portino il sistema ad aberrazioni devastanti.
In effetti, la separazione dei ruoli è una sacrosanta intuizione che sarebbe veramente la giusta garanzia del miglioramento della qualità dell’attività amministrativa (si veda sull’argomento il bellissimo e chiarissimo saggio di Carlo Saffioti "Politica e gestione. Distinguere i ruoli a garanzia della qualità dell’attività amministrativa" in Rivista del Personale dell’Ente locale nov.dic. 1998, p.781) e, quindi, tale distinzione è irrinunciabile per una giusta riforma della pubblica amministrazione.
Del resto anche Luigi Einaudi, in occasione di un discorso sulla riforma della giustizia fiscale, aveva affermato che non ci poteva essere una vera equità fiscale se i funzionari pubblici non fossero stati preparati professionalmente, indipendenti e al servizio dei cittadini. L’indipendenza del funzionario è quindi un bene da difendere perché è garanzia che la sua professionalità si esplicherà in modo obiettivo per il bene di tutti i cittadini e non solo per la parte politica temporaneamente al potere.
Insomma o si crede al principio di separazione o si crede all’incarico fiduciario. Il legislatore deve scegliere, è in gioco il destino della pubblica amministrazione.
Altrimenti, si è autorizzati a pensare che ci sia un trucco.
E il trucco è anche semplice da scoprire: la separazione dei ruoli serve ai politici a non avere dirette responsabilità da difendere davanti alle corti di giustizia, nello stesso tempo la politica è protagonista in tutt’e due i ruoli, sia di programma sia di gestione, conservandosi una sorta di potere vitae necisque sui dirigenti e realizzando in tal modo quel primato della politica tanto caro a coloro che governavano ante operazione mani pulite (ormai caduta nell’oblio).
Nell’ultimo numero della rivista Micromega, lo scrittore Andrea Camilleri ricorda come, secondo un politologo francese, l’obiettivo della sinistra sia quello di realizzare effettivamente la libertà, l’uguaglianza ed il diritto e che la sinistra al potere farebbe meglio ad operare per la riqualificazione della politica piuttosto che per il primato di essa che non deve essere l’obiettivo di una società civile.
Mi permetto, infine, di richiamare, sommessamente, un verso del Sommo Poeta a beneficio di quanti, studiosi e cultori del diritto oggi, a giustificazione di irrazionali scelte del legislatore, affermano che il mondo è cambiato e bisogna comunque adeguarsi: "Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza".
dal sito www.lexitalia.it luglio 1997

8 commenti:

Nikita ha detto...

Grazie per la tua visita e il post sul mio blog, ma grazie di più per l'impegno che ci metti nel costruire il tuo che offre così tanti spunti di riflessione....

Nikita

Il Mari ha detto...

Ciao rob, ho letto il tuo post con attenzione, anche se devo ammettere che non è stato facile capire bene tutto, visto la mia ignoranza in materia amministrativa.
Questo credo sia un problema non di poco conto.
Così ho fatto una ricerca e mi sono interessato alla figura del segretario conunale.
La curiosità in merito mi era già nata alla fine della giornata in ufficio, quando mi avevi scritto quale era il tuo lavoro.
Una descrizione del segretario comunale l'ho trovata su wikipedia, mi sembra di semplice comprensione e abbastanza esaustiva, ma visto l'autocitazione... mi sembra doveroso da parte tua dare una tua definizione e spiegazione dei compiti e delle funzioni del tuo lavoro.
Probabilmente noi del popolo, non abbiamo mai considerato l'importanza delle persone come te o addirittura ne ignoriamo l'esistenza.

Il Mari ha detto...

Nikita, la prossima volta avviasami che ci sei anche tu!
A momenti i nostri commenti si scontravano in rete. Guarda l'ora della pubblicazione.
Comunque tu sei arrivata prima, per poco, ma prima.
Baci

rob ha detto...

Per Nikita: grazie a te per essere qui e leggere i miei pistolotti, prometto per il futuro di essere più comunicativo. Il fatto è che credo che se i cittadini conoscessero meglio certi meccanismi, forse si potrebbe evitare le trappole delle oligarchie di cui oggi siamo vittime.
Per il mari: è difficile dare oggi una definizione completa e precisa del segretario comunale, dopo le riforme scellerate di cui siamo stati oggetto. Su wikipedia esiste anche una nota storica cheracconta quello che eravamo, in linea di massima è tutto abbastanza corrispondente alla realtà. Solo che siamo diventati dei dirigenti a "geometria variabile" per usare una metafora che sicuramente un progettista meccanico comprende benissimo.
Le nostre funzioni (oltre a quelle 4/5 previste dalla legge) dipendono, cioè, da quello che il Sindaco vuole che noi espletiamo, sicuramente dopo la legge di riforma non rilasciamo più alcun parere di legittimità sugli atti del Comune e della Provincia, cosa che fino al 1997 era obbligatoria.
Nel 2001 poi sono stati aboliti i Comitati regionali di controllo che controllavano, appunto, le deliberazioni del Comune e ora tutto è lasciato alla sensibilità della politica...
Comunque ne parleremo ancora e più in generale di pubblica amministrazione, sistemi elettorali, diritti e doveri dei cittadini ed altre amenità del genere... :-)

Nadia ha detto...

Avrei qualcosa da dire sull'affido degli incarichi...sulla base dei criteri per cui vengono eletti...niente raccomandati èèè???
sì sì intuito personae..
buona serata...:-
Ho dovuto leggerlo 3 volte per capire un pò...proprio duro come post...da interpretare...

Il Mari ha detto...

Grazie Rob,
ora mi è più chiaro.

P.S.
La parte storica su Wikipedia è quella che mi ha affascinato maggiormente.

rob ha detto...

hai ragione orchidea blu, cercherò di essere più comunicativo, in effetti quello era un articolo per una rivista giuridica...
Però apprezzo i vostri sforzi per capire, grazie, anche questo è importante, da cittadini, sforzarsi di capire tutto perché sennò ci fregano...
Grazie a tutti,ora vado a nanna, domani sveglia alle 06.30, alle 07.30 in ufficio come ogni buon fannullone della p.a. (pubblica amministrazione) e nella pausa pranzo verrò sui vostri blo, quindi producete, gente...

Nadia ha detto...

é bello sforzarsi di capire ma è altrettanto piacevole trovare qualcuno che ti fa aprire gli occhi...E comunque non bisogna mai smettere di imparare e di chiedere se non si è capito...notte...e buon lavoro per domani..io stasera ho finito alle 23...non ne potevo più...